Casa di Gioia

Su sollecitazione di alcune famiglie con ragazzi disabili, che stanno vivendo in solitudine la loro situazione, e alla disponibilità di una volontaria che ha messo ha disposizione un suo immobile di ca. 700 mq su 3 piani più una dependance, Il Gruppo GE.DI., ho coinvolto nel progetto Il C.B.I. Coordinamento Bergamasco per l’Inclusione, di cui facciamo parte e le Associazioni dell’ambito “Gruppo Noialtri” e “Le Ali della Solidarietà”.

Tutti insieme ci siamo impegnati a sostenere l’iniziativa per dare una risposta innovativa e concreta alle aspettative delle persone disabili e delle loro famiglie di “come vivere e dove vivere” in un’ottica di residenzialità inclusiva aperta al contesto e alla vita comunitaria.

In breve la nuova iniziativa vuole creare:

  • Al piano terra locali di uso comune in modo da accrescere la socialità e la condivisione (cucina, sala pranzo, sala svago, lavanderia ecc.
  • Sui 2 piani creare 5/6 appartamenti da mettere a disposizione di:
    • Famiglie di ragazzi disabili in difficoltà per esempio a seguito della perdita di un genitore.
    • Disabili con buona autonomia che han solo bisogno di alcuni punti di riferimento
  • Nella depedendance a fianco creare un appartamento per i volontari che, in cambio dell’affitto, aiutano le famiglie e/o i disabili nel quotidiano e hanno il compito di vivacizzare l’ambiente con iniziative che coinvolgano anche la popolazione per avvicinarla al mondo della disabilità
  • Nel terreno adiacente (ca. 350mq.) si potrebbe realizzare un orto e/o un frutteto per occupare i disabili e renderli orgogliosi nel raccogliere i frutti del loro lavoro per il pranzo o la cena.
  • Si potrà avere il supporto di figure specialistiche mediche e/o sociali
  • Il Gruppo GE.DI. si fa carico di reperire le risorse finanziarie necessarie alla ristrutturazione, sfruttando agevolazioni fiscali, partecipando a bandi delle fondazioni, attivandosi presso enti pubblici, aziende e privati per la raccolta fondi.
  • A carico degli utenti resteranno le spese di gestione ordinaria e delle figure specialistiche al netto dei contributi della legge del “ dopo di noi” o di altre agevolazioni.

Riteniamo che, con il fattivo contributo di diversi attori, il progetto possa avvicinare la società civile al mondo della disabilità, essere un ulteriore passo per ampliare i servizi, dimostrare che i disabili non sono un peso ma una risorsa e possa essere da esempio per altre iniziative simili

Share This